Gruppo Consigliare di Origgio Democratica.
Albert Camus affermava: «la democrazia non è la legge della
maggioranza, ma la protezione della minoranza». In altri termini la minoranza,
grazie alle leggi democratiche dovrebbe avere la forza e la possibilità di
incidere nel governo locale. Come Origgio Democratica, gruppo politico di
minoranza presente in Consiglio Comunale, in questi anni, ci siamo interrogati
su come affrontare la complessa problematica del “potere locale” dal punto di
vista dell’opposizione.
Quello della minoranza è un ruolo prezioso e insostituibile,
riconosciuto dalla legge – accresciuto e rafforzato dal decreto legislativo del
10 agosto 2000, n. 267 del “Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti
Locali” – volto a controllare e verificare la conduzione della “res pubblica”
locale e a proporre, rappresentare e sostenere i cittadini e la società civile.
Nonostante gli intenti dichiarati dalla legge, spesso
abbiamo la sensazione che nella realtà dei fatti il nostro sia un ruolo angusto
e disarmato: «quello di oppositore è e deve essere un ruolo scomodo. È scomodo
per gli altri perché l’oppositore dà “fastidio”, crea noie, scava nelle cose
che i più vorrebbero lasciare nell’ombra, si insinua nelle contraddizioni, non
è compiacente, non accetta compromessi. È scomodo per chi quel ruolo lo
interpreta: essere scomodi è faticoso, occorre documentarsi molto di più di chi
va in aula solo per votare sì (perché l’unica cosa che deve dimostrare è la
fedeltà), spesso si rischia l’isolamento e l’amarezza della sconfitta condita
dallo spettacolo del veder gioire chi ha imposto la propria decisione per la
mera forza dei numeri e non con la ragione delle idee. Ma tutto questo avviene
e deve avvenire per una semplice ragione: l’oppositore non risponde al potente
di turno (più o meno illuminato) e alla maggioranza che gli fa da contorno.
L’oppositore risponde a chi lo ha eletto. Chi lo ha eletto pretende da lui che
continui a controllare, che continui a proporre, che continui ad informare
all’esterno di ciò che avviene all’interno dell’istituzione: senza questa
preziosa attività di pungolo c’è regressione per la comunità e per gli stessi
governanti che non hanno più nessun motivo per fare meglio. Perché quando il re
è nudo non c’è più nessuno che almeno dica che il re è davvero nudo», liberamente
tratto dall’articolo di Giovanni Pascuzzi, giurista, consigliere di Stato: “Il
ruolo dell’opposizione politica (scomoda)”.
È proprio l’attività di pungolo, evolutiva per l’intera
comunità che ci ha spinto alla ricerca di nuovi stimoli e di spunti di riflessione
su tematiche attuali e di largo interesse, da condividere con la cittadinanza.
Abbiamo quindi intrapreso un cammino che in autunno ci ha portato ad
organizzare una conferenza in occasione dei cento anni dalla nascita di Don Lorenzo
Milani: abbiamo esplorato il suo pensiero pedagogico-democratico innovativo
e, per l’epoca, rivoluzionario, le sue idee di giustizia e uguaglianza e la sua
profonda concezione della scuola come leva per contrastare le povertà.
La conferenza è stata un successo: partecipazione e
interesse per un tema per nulla scontato. Il pensiero di Don Milani così
attuale e potente, la coerenza tra azione e parola e il profondo valore e la
dignità riservata ad ogni uomo, ancora oggi affascinano e colpiscono chiunque
si metta in ascolto. «Ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio.
Sortirne insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia»: difficile
trovare parole più efficaci per invitare tutti alla cittadinanza attiva.
«Il suo ‘I care’ è divenuto un motto universale. Battistrada
di una cultura che ha combattuto il privilegio e l’emarginazione, che ha inteso
la conoscenza non soltanto come diritto di tutti ma anche come strumento per il
pieno sviluppo della personalità umana», afferma il Presidente della Repubblica
Mattarella, in occasione dell’intervento nella ricorrenza del centenario.
La seconda tappa del nostro percorso di dialogo con la
cittadinanza ci ha portati ad organizzare, in collaborazione con il Comitato
Provinciale Matteotti e ANPI Saronno, una conferenza su Giacomo Matteotti,
a cento anni dalla sua morte.
La lucidità e coerenza del suo pensiero, profondamente
democratico, lo rendono ancora oggi oggetto di riflessione e stimolo. La
proposta trasversale e di estremo valore ha raccolto anche l’interesse dell’Amministrazione
Comunale, che ha concesso il proprio patrocinio.
Siamo ritornati nel primo ventennio del secolo scorso, per
rivivere il clima di violenza dell'epoca fascista in cui si è consumato il
delitto Matteotti e percepire lo sforzo fatto, in quel momento, da molti, per
difendere la democrazia. Siamo tornati indietro nel tempo per scoprire quanto
il pensiero politico e le riflessioni sulla democrazia di Matteotti abbiano un
valore di estrema attualità.
Come
Origgio Democratica, nei nostri post e commenti pubblicati, spesso seguiamo “il
filo rosso della democrazia”, ed è per questo che esplorare i fatti del 1924,
ricollegandoli a quelli del 1945 ci è sembrato particolarmente significativo:
condividiamo l'importanza di ricordare oggi che la liberazione dal nazifascismo
di allora è la radice su cui si fonda e si deve difendere la nostra democrazia.
Per arricchire il nostro percorso di confronto e dialogo con
la cittadinanza, siamo quindi andati alla ricerca di un tema moderno e
controverso, che ci ha portati a esplorare un ambito ancora poco conosciuto: “L’Intelligenza
Artificiale e i processi democratici”. Quando sentiamo parlare di
Intelligenza Artificiale tendiamo a mostrare atteggiamenti diametralmente
opposti: siamo attratti e incuriositi dalla novità oppure proviamo
preoccupazione e timore per le conseguenze che i grandi cambiamenti comportano.
Curiosità e turbamento ci hanno accompagnato per l’intera
serata: quello dell’IA è un campo in velocissima evoluzione che può avere
importantissime ricadute sull’organizzazione del lavoro, sulla tutela dei
diritti e della privacy e sui processi democratici. Un ambito estesissimo da studiare,
comprendere e valutare, attraverso processi collettivi democratici
sovranazionali, senza lasciare spazi a pericolose derive economiche o di
potere.
Questo percorso interessantissimo e molto partecipato è
stato possibile grazie alla collaborazione dei professori Giuseppe Uboldi,
Giuseppe Nigro e Paolo Balduzzi, amici preziosi che hanno messo a nostra
disposizione il loro sapere e la loro passione e che pubblicamente e
sentitamente ringraziamo.
Fermamente convinti che sia l’educazione la chiave di volta
per consentire ai cittadini un pieno sviluppo delle proprie potenzialità e per
poter attuare una reale libertà di scelta, nel momento in cui ognuno di noi
viene chiamato a decidere il governo delle istituzioni, approfittiamo della
pubblicazione del notiziario comunale per augurare a tutti un sereno e
rinfrancante periodo estivo!
Origgio Democratica
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Alla seguente pagina del sito del Comune è pubblicato il numero di giugno 2024 del periodico comunale:
Periodico comunale - Comune di Origgio