Visualizzazione post con etichetta #origgio democratica. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta #origgio democratica. Mostra tutti i post

lunedì 24 giugno 2024

Il ruolo dell’opposizione

Gruppo Consigliare di Origgio Democratica.

Albert Camus affermava: «la democrazia non è la legge della maggioranza, ma la protezione della minoranza». In altri termini la minoranza, grazie alle leggi democratiche dovrebbe avere la forza e la possibilità di incidere nel governo locale. Come Origgio Democratica, gruppo politico di minoranza presente in Consiglio Comunale, in questi anni, ci siamo interrogati su come affrontare la complessa problematica del “potere locale” dal punto di vista dell’opposizione.

Quello della minoranza è un ruolo prezioso e insostituibile, riconosciuto dalla legge – accresciuto e rafforzato dal decreto legislativo del 10 agosto 2000, n. 267 del “Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali” – volto a controllare e verificare la conduzione della “res pubblica” locale e a proporre, rappresentare e sostenere i cittadini e la società civile.

Nonostante gli intenti dichiarati dalla legge, spesso abbiamo la sensazione che nella realtà dei fatti il nostro sia un ruolo angusto e disarmato: «quello di oppositore è e deve essere un ruolo scomodo. È scomodo per gli altri perché l’oppositore dà “fastidio”, crea noie, scava nelle cose che i più vorrebbero lasciare nell’ombra, si insinua nelle contraddizioni, non è compiacente, non accetta compromessi. È scomodo per chi quel ruolo lo interpreta: essere scomodi è faticoso, occorre documentarsi molto di più di chi va in aula solo per votare sì (perché l’unica cosa che deve dimostrare è la fedeltà), spesso si rischia l’isolamento e l’amarezza della sconfitta condita dallo spettacolo del veder gioire chi ha imposto la propria decisione per la mera forza dei numeri e non con la ragione delle idee. Ma tutto questo avviene e deve avvenire per una semplice ragione: l’oppositore non risponde al potente di turno (più o meno illuminato) e alla maggioranza che gli fa da contorno. L’oppositore risponde a chi lo ha eletto. Chi lo ha eletto pretende da lui che continui a controllare, che continui a proporre, che continui ad informare all’esterno di ciò che avviene all’interno dell’istituzione: senza questa preziosa attività di pungolo c’è regressione per la comunità e per gli stessi governanti che non hanno più nessun motivo per fare meglio. Perché quando il re è nudo non c’è più nessuno che almeno dica che il re è davvero nudo», liberamente tratto dall’articolo di Giovanni Pascuzzi, giurista, consigliere di Stato: “Il ruolo dell’opposizione politica (scomoda)”.

È proprio l’attività di pungolo, evolutiva per l’intera comunità che ci ha spinto alla ricerca di nuovi stimoli e di spunti di riflessione su tematiche attuali e di largo interesse, da condividere con la cittadinanza. Abbiamo quindi intrapreso un cammino che in autunno ci ha portato ad organizzare una conferenza in occasione dei cento anni dalla nascita di Don Lorenzo Milani: abbiamo esplorato il suo pensiero pedagogico-democratico innovativo e, per l’epoca, rivoluzionario, le sue idee di giustizia e uguaglianza e la sua profonda concezione della scuola come leva per contrastare le povertà.

La conferenza è stata un successo: partecipazione e interesse per un tema per nulla scontato. Il pensiero di Don Milani così attuale e potente, la coerenza tra azione e parola e il profondo valore e la dignità riservata ad ogni uomo, ancora oggi affascinano e colpiscono chiunque si metta in ascolto. «Ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia»: difficile trovare parole più efficaci per invitare tutti alla cittadinanza attiva.

«Il suo ‘I care’ è divenuto un motto universale. Battistrada di una cultura che ha combattuto il privilegio e l’emarginazione, che ha inteso la conoscenza non soltanto come diritto di tutti ma anche come strumento per il pieno sviluppo della personalità umana», afferma il Presidente della Repubblica Mattarella, in occasione dell’intervento nella ricorrenza del centenario.

La seconda tappa del nostro percorso di dialogo con la cittadinanza ci ha portati ad organizzare, in collaborazione con il Comitato Provinciale Matteotti e ANPI Saronno, una conferenza su Giacomo Matteotti, a cento anni dalla sua morte.

La lucidità e coerenza del suo pensiero, profondamente democratico, lo rendono ancora oggi oggetto di riflessione e stimolo. La proposta trasversale e di estremo valore ha raccolto anche l’interesse dell’Amministrazione Comunale, che ha concesso il proprio patrocinio.

Siamo ritornati nel primo ventennio del secolo scorso, per rivivere il clima di violenza dell'epoca fascista in cui si è consumato il delitto Matteotti e percepire lo sforzo fatto, in quel momento, da molti, per difendere la democrazia. Siamo tornati indietro nel tempo per scoprire quanto il pensiero politico e le riflessioni sulla democrazia di Matteotti abbiano un valore di estrema attualità.
Come Origgio Democratica, nei nostri post e commenti pubblicati, spesso seguiamo “il filo rosso della democrazia”, ed è per questo che esplorare i fatti del 1924, ricollegandoli a quelli del 1945 ci è sembrato particolarmente significativo: condividiamo l'importanza di ricordare oggi che la liberazione dal nazifascismo di allora è la radice su cui si fonda e si deve difendere la nostra democrazia.

Per arricchire il nostro percorso di confronto e dialogo con la cittadinanza, siamo quindi andati alla ricerca di un tema moderno e controverso, che ci ha portati a esplorare un ambito ancora poco conosciuto: “L’Intelligenza Artificiale e i processi democratici”. Quando sentiamo parlare di Intelligenza Artificiale tendiamo a mostrare atteggiamenti diametralmente opposti: siamo attratti e incuriositi dalla novità oppure proviamo preoccupazione e timore per le conseguenze che i grandi cambiamenti comportano.

Curiosità e turbamento ci hanno accompagnato per l’intera serata: quello dell’IA è un campo in velocissima evoluzione che può avere importantissime ricadute sull’organizzazione del lavoro, sulla tutela dei diritti e della privacy e sui processi democratici. Un ambito estesissimo da studiare, comprendere e valutare, attraverso processi collettivi democratici sovranazionali, senza lasciare spazi a pericolose derive economiche o di potere.


Questo percorso interessantissimo e molto partecipato è stato possibile grazie alla collaborazione dei professori Giuseppe Uboldi, Giuseppe Nigro e Paolo Balduzzi, amici preziosi che hanno messo a nostra disposizione il loro sapere e la loro passione e che pubblicamente e sentitamente ringraziamo.

Fermamente convinti che sia l’educazione la chiave di volta per consentire ai cittadini un pieno sviluppo delle proprie potenzialità e per poter attuare una reale libertà di scelta, nel momento in cui ognuno di noi viene chiamato a decidere il governo delle istituzioni, approfittiamo della pubblicazione del notiziario comunale per augurare a tutti un sereno e rinfrancante periodo estivo!

Origgio Democratica

__________________________________________________


Alla seguente pagina del sito del Comune è pubblicato il numero di giugno 2024 del periodico comunale:

 

Periodico comunale - Comune di Origgio




venerdì 12 aprile 2024

Giacomo Matteotti: 100 anni dall'assassinio.

Albert Camus affermava: «la democrazia non è la legge della maggioranza, ma la protezione della minoranza». In altri termini. la minoranza, alla luce della normativa attuale, ha tutta la forza e la possibilità di incidere nel governo locale.

In questi anni, come Origgio Democratica, ci siamo interrogati su come affrontare la complessa problematica del “potere locale” dal punto di vista dell’opposizione. Quello della minoranza presente nel Consiglio Comunale è un ruolo prezioso e insostituibile, riconosciuto dalla legge – accresciuto e rafforzato dal decreto legislativo del 10 agosto 2000, n. 267 del “Testo Unico delle Leggi sull’Ordinamento degli Enti Locali” – volto a controllare e verificare la conduzione della “res pubblica” locale e a proporre, rappresentare e sostenere i cittadini e la società civile.

Nonostante gli intenti dichiarati, spesso abbiamo la sensazione che nella realtà dei fatti il nostro sia un ruolo angusto e disarmato. L’opposizione risponde a chi l’ha eletta e gli elettori pretendono che continui a controllare, a informare e a proporre; svolgendo un’attività di pungolo, evolutiva per l’intera comunità.

È per questa convinzione che, come gruppo politico, abbiamo ritenuto importante stimolare la cittadinanza offrendo spunti di riflessione su tematiche attuali e di largo interesse. Abbiamo iniziato in autunno con una conferenza in occasione dei cento anni dalla nascita di Don Milani: abbiamo esplorato il suo pensiero pedagogico-democratico innovativo e, per l’epoca, rivoluzionario.

Ora, grazie alla disponibilità del professor Nigro e del comitato provinciale da lui presieduto, proponiamo una conferenza su Giacomo Matteotti, a cento anni dalla sua morte.

La lucidità e coerenza del suo pensiero, profondamente democratico, lo rendono ancora oggi oggetto di riflessione e stimolo. La proposta trasversale e di estremo valore ha raccolto anche l’interesse dell’Amministrazione comunale, che ha concesso il proprio patrocinio.

Cogliamo, quindi, l’occasione per invitare tutti alla conferenza “Difendere la democrazia – Matteotti l’ultimo discorso”, che si terrà il 18 aprile alle ore 21.00 a Origgio, presso la sala “I Sindaci”, in via Manzoni 17.

        ―‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀‿⁀

18 aprile 1948. L’Italia è diventata da meno di due anni una Repubblica.

Al Quirinale non c’è più il Re ma il capo dello Stato e in Parlamento siedono i Costituenti eletti dal popolo chiamati a scrivere la Carta Costituzionale.
In questo contesto di profondi mutamenti gli italiani, per la prima volta, partecipano alle elezioni politiche di uno Stato democratico, il 18 aprile 1948.
L’asprezza della campagna elettorale tra i due schieramenti in campo non offusca ciò che è chiaro a entrambi: gli italiani devono andare a votare ed esercitare il loro diritto di esprimere una preferenza.

Quasi 27 milioni di persone si recano alle urne, il 92,23% degli aventi diritto, perché tutti i cittadini sentono l’importanza di poter decidere e Matteotti sarebbe stato uno di loro, se non fosse stato ucciso dai fascisti.

Vogliamo approfondire la conoscenza dell'uomo e del suo pensiero politico, attraverso l’analisi dell'ultimo discorso in Parlamento, grazie al Prof. Giuseppe Nigro, presidente provinciale del Comitato Matteotti, proprio nel giorno in cui ricorre l’anniversario delle prime elezioni repubblicane.