Le immagini spiegano tutto. Occorre chiarire subito
che l’Amministrazione comunale, in questo scempio, ha poche responsabilità!
Forse un maggiore controllo (videocamere), sanzioni più importanti per i
trasgressori, invitare e obbligare i proprietari a vigilare e ripulire il
fondo. I veri RESPONSABILI sono quei
pochi cittadini incivili, ineducati alla cura del bene comune e al rispetto del
Prossimo. Forse una sanzione esemplare, condannare a ripulire tutta l’area e
addebitare i relativi costi al trasgressore individuato, farebbe da deterrente
a un andazzo alquanto incivile. (Cascina
Streppina e dintorni)
domenica 20 gennaio 2019
Sensi unici senza senso, in via per Lainate.
Il
Notiziario di venerdì 18 gennaio 2019 riporta: il Sindaco Mario Ceriani ha
dichiarato che “dobbiamo sgravare la via per Lainate dal traffico di
attraversamento che causa pericoli continui”.
Le soluzioni prospettate sul Piano Urbano
del Traffico, a nostro parere, spostano i problemi e appesantiscono il traffico
nelle vie del centro abitato.
Via per Lainate. Ridurre
la carreggiata per realizzare la pista ciclopedonale e istituire il senso unico
“contrapposto” sono interventi importanti per l’impegno economico e per lo scarso beneficio che i cittadini ne potranno avere. Forse pensare a un
intervento che preveda il mantenimento del doppio senso di marcia, la
realizzazione della pista ciclopedonale e utile per essere utilizzata in
continuità con l’area fiera del 25 aprile. Realizzare il due sensi unico
“contrapposti”, comporta solamente un appesantimento del traffico nelle vie del
centro abitato. Gli origgesi provenienti da Saronno o da Lainate che devono
andare dalla parte opposta dell’abitato hanno l’alternativa tra la via
Saronnino e le vie del centro. Chi abita nella parte sud e proveniente da
Saronno troverà più comodo entrare da via Verdi e poi via Dante o via
Circonvallazione. Chi abita nella parte nord e proveniente da Lainate troverà
più comodo entrare da via Ottolini o via Volta, via Dante, via Manzoni, via
Visconti,via Circonvallazione.
Via Cavour; Senso unico sotto il ponte dell'autostrada tra Origgio e Uboldo
consentendo l’ingresso al solo Bus di linea risolve solo
mezzo problema e ne crea tanti ai cittadini di Origgio provenienti
da Uboldo.
La soluzione proposta nel PUT è
una boiata pazzesca! Solo un progetto complessivo che preveda, la
riqualificazione della via De Gasperi e il completamento dell’anello
ciclopedonale intorno all’abitato di Origgio, potrebbe dare soluzione ed
evitare il traffico di transito dalle vie del centro urbano, via Cavour e via
Verdi..
Via
Monfalcone; Istituire una porzione di via Monfalcone ad un solo senso
di marcia comporta un appesantimento inutile del traffico nelle vie centrali
(via Dante, via Manzoni, via Visconti). Infatti, per raggiungere alcune vie
(nord-ovest) del paese, arrivando dal Broggio e relativa zona industriale o da
Uboldo, diventa necessario passare dalle vie del centro.
Via Luigi
Bianchi; renderla a un solo senso di marcia comporta un
appesantimento inutile del traffico nelle vie centrali (via Dante, via Manzoni,
via Visconti). Il traffico proveniente da via per la Muschiona passerebbe dal
centro si riverserebbe in vie poco adatte a ricevere un appesantimento di
traffico.
A pensare
male il più delle volte s’indovina. Proporre
uno scombussolamento della viabilità e scontentare quasittutti i cittadini per crearsi
l’alibi a non far nulla, crediamo sia il disegno di quest’Amministrazione in scadenza.
Avviare una prima fase sperimentale con
costi e tempistiche irrisorie, realizzando il senso unico, della centralissima
via Dante, istituendo il limite dei 30 km/h, era la cosa più urgente e utile da
fare, senza girare intorno al problema, proponendo uno scombussolamento delle
viabilità nel centro di Origgio. Come succederà per i cittadini che vorranno
tornare alla loro casa se nessuna osservazione al PUT sarà accolta.Al link riportato si scarica la tavola in pdf con le vie e le modifiche proposte nel Piano Urbano del Traffico. http://www.comune.origgio.va.it/files/1043/1922-3-3-3003-put-pg-fg-01q.pdf
martedì 4 dicembre 2018
VIA CAVOUR:
La via Camillo Benso
Conte di Cavour,
altrimenti detta via Cavour, è una delle poche strade di
Origgio che presenta molte criticità di entità più o meno importanti.
La soluzione proposta nel PUT risolve solo mezzo problema e
ne crea tanti ai cittadini di Origgio provenienti da Uboldo.
I problemi di viabilità sulla via Cavour sono di diversa
natura non solo dovuto al traffico di
transito nelle ore di punta, alcuni di facile soluzione, altri richiedono tempo
e impegno economico.
Di seguito l’elenco:
Ø La
velocità; soprattutto fuori orario
di punta, in assenza di traffico di transito, è la velocità e qualche sorpasso
azzardato a mettere a rischio l’incolumità delle persone: pedoni, ciclisti,
motociclisti, autisti, etc.
Adottando, lungo tutta la via Cavour, il limite dei 30
Km/h, adottando i necessari
controlli e sanzionando i trasgressori, si mettono in sicurezza tutti gli
utenti, riducendo notevolmente il rischio d’incidente. Intervento
realizzabile con impegno economico irrisorio, fattibile in breve tempo.
Ø
L’illuminazione; almeno
i ¾ della via ha una illuminazione
insufficiente! I ciclisti, i pedoni, anche “ostacoli” momentanei, sono
scarsamente visibili e il rischio per l’incolumità degli utenti è molto
elevato. Ristrutturare l’impianto di illuminazione pubblica con materiali più
performanti aumenterebbe la sicurezza degli utenti delle via. Intervento
realizzabile con un impegno economico non eccezionale e programmabile e
fattibile in tempi certi.
ØIl
Traffico; la velocità, la scarsa
illuminazione, l’assenza di corsia per ciclisti, marciapiedi in gran parte
della via poco ampi, sono i problemi principali sulla via Cavour. Questi problemi sono accentuati nelle ore di
punta, una mezz’ora abbondante al mattino e un’ora circa alla sera, da traffico
di transito proveniente e per Uboldo, etc.
Un quarto circa degli autoveicoli che transitano sono
concentrati al mattino con direzione centro-via Verdi e alla sera verso Uboldo. La soluzione andava
ricercata insieme alle opere di compensazione realizzate in contemporanea allo
svincolo autostradale Origgio-Uboldo.
La
soluzione proposta nel PUT è una boiata pazzesca!
PS; un progetto complessivo che preveda, la riqualificazione della via De
Gasperi e il completamento dell’anello ciclopedonale intorno all’abitato di
Origgio, potrebbe dare soluzione ed evitare il traffico di transito dalle vie
del centro urbano.
mercoledì 21 novembre 2018
BASTA POCO.
Passano tutti da quì!
Quasitutti!
Se non c’è nessun’auto parcheggiata, i pedoni percorrono la via più breve, creando questa bruttura!
Il rimedio sarebbe alquanto semplice e poco oneroso!
Una siepe!
Una siepe che abbellisca l’aiuola e impedisca ai pedoni di calpestare il prato e impedire alla vegetazione di crescere.
Il rimedio sarebbe alquanto semplice e poco oneroso!
Una siepe!
Una siepe che abbellisca l’aiuola e impedisca ai pedoni di calpestare il prato e impedire alla vegetazione di crescere.
lunedì 5 novembre 2018
PERCHÉ?

Non si tratta di una struttura abbandonata da abbattere, ma
di un edificio utilizzato per varie attività, tranne che la porzione
abbandonata e preda dell’incuria. L’attuale Amministrazione comunale prevede la
ristrutturazione della palazzina! …. ma
non
sarebbe meno onerosa, la ristrutturazione, se la porzione
di palazzina non fosse ridotta nel pessimo stato dovuto ai vandalismi e all’incuria?
venerdì 2 novembre 2018
Residenza “Parco Del Convitto“
Origgio Democratica espone le ragioni del voto contrario al "Progetto Integrato di Intervento" presentato e approvato nella seduta del consiglio comunale del 24 ottobre 2018 dall'Amministrazione Comunale guidata dal Sindaco Mario Ceriani. Nessuna certezza che la RSA (Residenza Sanitaria Assistenziale) venga realizzata! Solo un auspicio e la speranza tengono in piedi un Progetto mirato quasi esclusivamente alle realizzazione di tre palazzine residenziali.
![]() |
Articolo apparso su "il notiziario" di venerdì 26 ottobre. |
Origgio 29/110/2018
Residenza “Parco Del Convitto“
Bisogna essere degli incoscienti per non votare a favore del piano denominato “Residenza Parco del
Convitto”: il Progetto Integrato di Intervento (PII) presentato e approvato il
24/10/2018 dalla Amministrazione Ceriani. Progetto che nell’arco degli anni,
dal 2010 al 2016, ha subito diverse modifiche senza mai partire, fino ad
arrivare alla nuova proposta del novembre 2017, rivista e modificata per essere
portata l'altra sera in CC. Progetto di utilità sociale, fiore all'occhiello di
questa amministrazione.
Ovviamente una volta letti i documenti, lo abbiamo fatto!
Non per incoscienza o per partito preso, ma dopo aver
analizzato attentamente i vari passaggi di progetto e dopo aver compreso che gli
accordi sottoscritti tra le parti, l'Amministrazione da un lato e l'attuatore
Società Edilombarda dall'altro, non soddisfano minimamente le promesse scritte
nel piano di indirizzo o “Master Plan” e ripetutamente magnificate dal sindaco
durante la seduta consigliare.
L'Amministrazione ha puntato tutto sulla valorizzazione della
costruzione di 16.000 mc di struttura a carattere socio-sanitario e
polifunzionale “RSA (residenza sanitaria assistenziale) e RSD (residenza
assistenziale per Disabili), a cui si affianca la costruzione di 10.000 mc di
edilizia residenziale libera.
La volumetria di residenziale passa dai 26.000 mc del precedente
progetto, ai 10.000 di quello attuale e, con la riduzione di volume, scompaiono
completamente anche i 4.900 mc di edilizia convenzionata.
La realizzazione di una interessante struttura assistenziale sanitaria,
comunque privata, a scapito di una maggior cessione di aree per attrezzature
pubbliche e della realizzazione di edilizia convenzionata, non ci ha convinto e
ci sembra comunque penalizzante per l'interesse pubblico.
Pur
conservando il nome, Residenza Parco del Convitto, scompaiono anche 3.000 mq di
parco; il bel progetto che prevede la struttura assistenziale tanto decantata e
presentata come intervento primario, oltre all’intervento residenziale, sta
solo sulla carta: i due lotti in cui sono divise le opere non sono subordinati l’uno
all’altro. Come ha dichiarato il Sindaco in CC non si ha nessuna certezza che
la costruzione sanitaria venga fatta, non c’è ancora nessun Operatore disposto
a costruire e/o gestire una RSA/RSD di così grandi dimensioni come quella
ipotizzata in Convenzione e nel Master Plan. Ci si augura che casa San Giorgio
(peraltro interpellata ufficiosamente dal Sindaco non si è resa disponibile per
un impegno di quelle dimensioni…)
E’ pur vero
che la costruzione del residenziale regalerà alla nostra comunità
“entro il termine di 24 mesi dalla stipula della convenzione fatta“ la
riqualificazione dei parcheggi sulle parti di via Ottolini e di Via Marconi che insistono sul perimetro del
progetto, il compenso del progetto già fatto per l’ampliamento della Scuola
Primaria Manzoni (mentre l’intervento verrà fatto con finanziamento dall’Amministrazione
Comunale con soldi propri provenienti
dal progetto statale Sblocca Scuole) e ben 400.000 € da destinare ad altri
insediamenti polifunzionali. Sono tutte “prestazioni di fare “ad oggi
sconosciute, forse non ancora definite e di cui non si conoscono i dettagli di
realizzazione.
Quindi tanta
speranza di fare, e grandi auspici, ma nel frattempo la convenzione viene
prorogata fino al 2026, e l’unica
costruzione che partirà con sufficiente certezza sarà quella residenziale.
Se Valutiamo attentamente
tutto l’impianto ci accorgiamo che nel progetto non vengono analizzate le difficolta urbanistiche e viabiliste che
quella zona subirà ,a monte
l’abbattimento di tutto il filare di Tigli di via Ottolini ( che verrà attuato
in attesa di decidere cosa fare ), nel progetto non si cita minimante come sarà attrezzata la via. 4
mila mq a parcheggio su via Ottolini e Via Marconi non sono poco… cemento su
cemento non valutando né la mobilità dei futuri abitanti, né dei fruitoti del eventuale
Centro sanitario nonché degli attuali abitanti. Inoltre il futuro intervento e
declassazione della via del cotonificio, la creazione dei sensi unici Via
Ottolini / Via Leonardo da Vinci, creeranno un bel giro di giostra che porterà
solo inquinamento non più mitigato da filare di Tigli e che certo ,non
gioverà alla viabilità e che sarà senza
alcun dubbio difficoltosa e poco consona
ad un centro assistenziale.
Quindi a cosa servirà l'incarico
dato al Politecnico per progettare al
meglio la riqualificazione di via Ottolini e di via Leonardo Da Vinci? Il PUT
(piano urbano del traffico), che dovrebbe rivalutare il contesto viabilistico
del centro storico di Origgio, anche tenendo conto della riqualificazione del
territorio si cui questo progetto insiste non conta più nulla? Quindi si fanno
pensieri, riflessioni e sforzi economici e di progettazione senza avere un
progetto complessivo e senza coerenza?
La nostra non
e stata una scelta incosciente, ma ponderata e sofferta, dopo attenta
valutazione delle parole che hanno motivato l’Amministrazione a definire questo
progetto, parole e non dati che non sono state capaci di convincerci.
Non
mettiamo in dubbio la validità di un eventuale progetto di carattere socio-
sanitario, nel quale crediamo e di cui auspichiamo la costruzione, pensiamo
però che l’impianto di progetto, gli step temporali scelti, il carattere della
convenzione stipulata, appaiano come uno specchio per le allodole: mirato e
vincolato quasi esclusivamente alla struttura residenziale ,non ci convince
,non ci danno le garanzie auspicate , dal progetto si evince che è la struttura
sanitaria è esigenza, fiore all’occhiello e motivazione dell’intervento ma… si
parte con il residenziale, con tanti parcheggi e con lo stravolgimento di uno
dei tre ultimi filari alberati rimasti ad Origgio.
Per Origgio
Democratica
Domenico
Ambrosini - Sabrina Banfi
4 novembre 2018
CENTENARIO DELLA FINE DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

Nell'allegato manifesto, dell'Associazione Combattenti e Reduci - Sezione di Origgio, è riportato il programma, previsto per la Giornata delle Forze Armate del 4 Novembre 2018, per ricordare e commemorare i Defunti e i Caduti di tutte le guerre.
LA TORRE AI CADUTI
Breve storia della torre: monumento ai caduti origgesi

Però la questione si trascinò stancamente fìno al 1925, quando nella seduta dell'11 gennaio l'assessore Ceriani propose la costruzione di un serbatoio per l'acqua potabile in forma di torre che portasse una campana da suonare con mesti rintocchi a ricordo dei Caduti.
L'idea piacque. Il costo dell'impresa era calcolato in 10.000 lire.
La posa della prima pietra del monumento avvenne la domenica 16 maggio 1926. Un corteo, promosso dalla locale Associazione ex-Combattenti, mosse dal Municipio; vi partecipavano anche le scolaresche e le autorità comunali. Giunto alla chiesa parrocchiale, il corteo accompagnò monsignor Balbiani, canonico del Duomo di Milano, al largo S. Carlo, dove benedisse la bandiera dell'Associazione ex-Combattenti. Madrina della bandiera fu la signora Angela Croce, la maestra, ormai in pensione, che aveva insegnato nelle scuole elementari di Origgio per quarantacinque anni, ed era stata la maestra di tutti i militari origgesi. Venne quindi benedetta la prima pietra del monumento ai Caduti e madrina fu la signora Leopolda Borromeo, maritata Serassi.
L'Associazione ex-Combattenti si è costituita in sezione autonoma, dipendendo prima da Saronno, nel 1924 per l'interessamento del sergente Bianchi Luigi, mutilato di guerra e medaglia d'argento, del maresciallo Mariani Carlo e di un gruppo di reduci.
L'anno successivo il monumento era pronto e nel pomeriggio della domenica 17 luglio 1927 don Castiglioni, sul piazzale della parrocchiale, benedisse la Campana dei Caduti, del peso di 10 quintali, che era stata fusa dalla Ditta Mazzola. Madrina fu la signora Luisa Magnaghi.
L'anno successivo il monumento era pronto e nel pomeriggio della domenica 17 luglio 1927 don Castiglioni, sul piazzale della parrocchiale, benedisse la Campana dei Caduti, del peso di 10 quintali, che era stata fusa dalla Ditta Mazzola. Madrina fu la signora Luisa Magnaghi.
Il Comitato pro monumento ai Caduti invitò la popolazione con questa circolare:
« Cittadini,
domenica 11 Settembre p. v. Origgio in una apoteosi di amore e di fede consacrerà alla storia il nome dei suoi Gloriosi Caduti per la grandezza d'Italia inaugurando la Torre Monumento che i cittadini tutti vollero per ricordare il sacrificio.
Questo Comitato si sente orgoglioso di aver potuto condurre a termine non indegnamente l'opera che la popolazione tutta decretò per unanime sentimento di pietà e riconoscenza alla memoria dei suoi eroici scomparsi.
Sta disponendo onde il rito nella sua austera semplicità lasci nell'animo
di quanti vi parteciperanno un'impronta indelebile.
E mentre confida nel volonteroso concorso di tutti affinché Origgio affermi nella solenne circostanza i suoi sentimenti di Italianità, si pregia sottoporre il programma delle manifestazioni ».

La seconda domenica di settembre dello stesso anno venne inaugurato il Monumento, e si celebra insieme il venticinquesimo di sacerdozio di don Angelo Ferrario, da Origgio, che fu accompagnato all'altare dal venerando prevosto di Nerviano don Tommaso Castiglioni, lo stesso che a suo tempo lo aveva accompagnato alla Prima Messa. La benedizione del nuovo Monumento ai Caduti fu impartita da un canonico del Duomo di Milano, monsignor Confalonieri, e padrino fu il conte Gerolamo Borromeo. Per le vie del paese si snodò un lungo corteo, preceduto dalla banda musicale. Nel pomeriggio la processione solenne non poté effettuarsi, causa un improvviso rovescio di pioggia.
Per pagare il Monumento ai Caduti, il Podestà di Origgio (ormai il Fascismo aveva abolito i Consigli Comunali presieduti dal Sindaco e aveva messo il Podestà) volle che la trebbiatura del frumento fosse gestita dal comune, per destinare il ricavato della prestazione a coprire i debiti contratti per il Monumento stesso, cosa che creò in paese un certo malumore.
___________________________________
Due gli appuntamenti annuali in
cui i cittadini commemorano i caduti origgesi.
« Cittadini,
domenica 11 Settembre p. v. Origgio in una apoteosi di amore e di fede consacrerà alla storia il nome dei suoi Gloriosi Caduti per la grandezza d'Italia inaugurando la Torre Monumento che i cittadini tutti vollero per ricordare il sacrificio.
Questo Comitato si sente orgoglioso di aver potuto condurre a termine non indegnamente l'opera che la popolazione tutta decretò per unanime sentimento di pietà e riconoscenza alla memoria dei suoi eroici scomparsi.
Sta disponendo onde il rito nella sua austera semplicità lasci nell'animo
di quanti vi parteciperanno un'impronta indelebile.
E mentre confida nel volonteroso concorso di tutti affinché Origgio affermi nella solenne circostanza i suoi sentimenti di Italianità, si pregia sottoporre il programma delle manifestazioni ».

La seconda domenica di settembre dello stesso anno venne inaugurato il Monumento, e si celebra insieme il venticinquesimo di sacerdozio di don Angelo Ferrario, da Origgio, che fu accompagnato all'altare dal venerando prevosto di Nerviano don Tommaso Castiglioni, lo stesso che a suo tempo lo aveva accompagnato alla Prima Messa. La benedizione del nuovo Monumento ai Caduti fu impartita da un canonico del Duomo di Milano, monsignor Confalonieri, e padrino fu il conte Gerolamo Borromeo. Per le vie del paese si snodò un lungo corteo, preceduto dalla banda musicale. Nel pomeriggio la processione solenne non poté effettuarsi, causa un improvviso rovescio di pioggia.
Per pagare il Monumento ai Caduti, il Podestà di Origgio (ormai il Fascismo aveva abolito i Consigli Comunali presieduti dal Sindaco e aveva messo il Podestà) volle che la trebbiatura del frumento fosse gestita dal comune, per destinare il ricavato della prestazione a coprire i debiti contratti per il Monumento stesso, cosa che creò in paese un certo malumore.
Materiale a disposizione di tutti, gratuitamente, all’interno del
sito
http://www.mionome.com allestito da
Lorenzo Cartabia
“LA
VOLONTÀ DI DIVULGARE QUANTO SCRITTO È ALIMENTATA DAL DESIDERIO DI TRAMANDARE
QUANTO ABBIAMO, IN MODO CHE I POSTERI POSSANO RICONOSCERCI IN TUTTO CIÒ CHE GLI
È STATO LASCIATO”
___________________________________ __________________________________________________
Ogni sera, alle ore 21,00 in punto, si sente il rintoccare della campana del Monumento ai Caduti di tutte le guerre; 78 rintocchi, uno per ogni caduto Origgese.
Due gli appuntamenti annuali in
cui i cittadini commemorano i caduti origgesi.
- 25 aprile; Anniversario della liberazione
d'Italia è una festa nazionale della Repubblica Italiana. È un giorno
fondamentale per la storia d'Italia e assume un particolare significato
politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di resistenza
militare e politica attuata dalle forze partigiane durante la seconda guerra
mondiale a partire dall'8 settembre 1943 contro il governo fascista della
Repubblica Sociale Italiana e l'occupazione nazista.
- 4 novembre; Giornata dell'Unità
Nazionale e delle Forze Armate è una giornata celebrativa nazionale italiana.
Istituita nel 1919 per commemorare la vittoria italiana nella prima guerra
mondiale, data dell'entrata in vigore dell'armistizio di Villa Giusti (4
novembre 1918), e la resa dell'Impero austro-ungarico.
Due cortei che vedono l’adunata
in luoghi differenti: il 25 aprile il corteo parte dal cortile municipale; il 4
novembre dalla sede dell’Associazione Combattenti; entrambi al termine della
sfilata, giungono al Monumento ai caduti per il discorso commemorativo.
___________________________________ __________________________________________________
___________________________________
ASSOCIAZIONE
NAZIONALE COMBATTENTI E REDUCI
L'Associazione Nazionale Combattenti e Reduci, in acronimo ANCR, è un
ente morale di diritto privato, che associa i reduci della prima e della
seconda guerra mondiale. Ha sede in Roma, Viale Castro Pretorio 116, fa parte
integrante del Consiglio nazionale permanente delle associazioni d'arma ed è
iscritta all'albo del Ministero della difesa, ai sensi del decreto del ministro
della Difesa del 5 agosto 1982.
Storia: Nacque a Milano nel marzo 1919
con il nome di "Associazione nazionale combattenti" (ANC) per unire
gli ex combattenti della grande guerra. Alle elezioni politiche italiane del
1919 si presentò come lista del Partito dei combattenti e ottenne il 4,1% e 20
seggi. Dopo quelle elezioni si spostò verso posizioni più radicali e
democratiche.
Il governo Mussolini trasformò
l'ANC in Associazione nazionale combattenti e reduci, costituita ai sensi del
regio decreto 17 giugno 1923 n. 1371, e dal 1925 ne controllò i vertici. Dal
1927 al 1943 ne fu presidente Amilcare Rossi. Dopo la seconda guerra mondiale
assorbì anche i reduci di quel conflitto.
Finalità:
È oggi
un'associazione apolitica e apartitica che ha la rappresentanza e la tutela
degli interessi materiali e morali dei combattenti e dei reduci di guerra
iscritti all'associazione; mantiene anche vincoli di cameratismo con le tutte
le associazioni d'arma consimili.
Attività:
Iniziative
istituzionali conformi alle finalità sociali (raduni, cerimonie, attività
ricreative, tutela degli iscritti, ecc.).
ASSOCIAZIONE
NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA
L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) è un'associazione
fondata dai partecipanti alla resistenza italiana contro l'occupazione
nazifascista nella seconda guerra mondiale. Nata a Roma nel 1944, mentre nel
Nord Italia la guerra era ancora in corso, è stata eretta in ente morale il 5
aprile 1945. L'associazione è aperta, oltre che agli ex partigiani, a chiunque
condivida i valori della Resistenza. Essa aderisce alla Federazione
Internazionale dei Resistenti.
Storia:
L'Associazione
Nazionale Partigiani d'Italia (ANPI) fu costituita a Roma il 6 giugno 1944,
mentre ancora il Nord Italia stava subendo l'occupazione nazifascista, da
volontari ed ex militari che avevano preso parte alla guerra partigiana nelle
regioni del Centro Italia.
Dopo la Liberazione essa si
diffuse in tutto il Paese: anche nel Sud Italia, dove gli episodi di resistenza
erano stati rari, ma dalle cui regioni provenivano molti dei partigiani che
avevano militato nelle formazioni del Centro-Nord e all'estero (Jugoslavia,
Albania, Grecia, Francia).
Alla data del 5 aprile del
1945, anno in cui venne designata come ente morale, l'ANPI comprendeva
unitariamente tutti i partigiani italiani ed era retta da un consiglio formato
da rappresentanti delle varie formazioni che avevano operato in tempo di guerra
(Brigate Garibaldi, Giustizia e libertà di Ferruccio Parri, autonome, Brigate
Matteotti, Mazzini, Brigate del Popolo di Enrico Mattei), ma già nel primo
Congresso nazionale, indetto a Roma nel 1947, fra le varie componenti emersero
divergenze in ordine a questioni di politica interna ed estera, che
comportarono la fuoriuscita:
·
Nel
1948, dei cattolici e degli autonomi che costituirono la FIVL Federazione Italiana Volontari della Libertà,
presieduta dapprima dal Gen. Raffaele Cadorna, poi da Enrico Mattei, quindi
dopo la sua morte, da Mario Argenton, da Aurelio Ferrando e da Paolo Emilio
Taviani.
·
nel
1949, delle componenti azioniste, legate a Giustizia e Libertà, da cui nacque
la FIAP Federazione Italiana delle Associazioni Partigiane che ebbe come primo
Presidente Ferruccio Parri.
In epoca contemporanea, dopo la
fine della guerra fredda, è frequente che FIAP, ANPI e talvolta FIVL diano vita
manifestazioni congiunte celebrative della Resistenza o in altre occasioni.
Finalità:
Obiettivi
dell'ANPI sono la valorizzazione del ruolo storico svolto dalla lotta
partigiana anche mediante la promozione di ricerche e testimonianze, la difesa
dal vilipendio e dal revisionismo, il sostegno ideale ed etico dei "valori
di libertà e democrazia" alla base della Costituzione della Repubblica
Italiana del 1948 nata dalla Resistenza.
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