lunedì 13 febbraio 2017

Appunti e considerazioni, dopo la Riunione sulla viabilità dell’1 e 7 febbraio 2017.

Le due riunioni dell’1 e 7 febbraio, della Commissione assetto del territorio, aperta al contributo dei cittadini, sono state certamente positive. Si sono fatti alcuni piccoli passi in avanti; il progetto complessivo presentato inizialmente era incomprensibile e di difficile rielaborazione!
Le cinque ipotesi di modifica della viabilità, proposte dall'amministrazione, sono servite per mettere un minimo di concretezza alla discussione!
… ma, siamo ancora in una fase introduttiva e non si vede come e quando arrivare alla fase decisionale! Occorre fare delle scelte e indicare le priorità! 
Premesso che, sia per i costi da sostenere, sia per la complessità del problema, occorre dare priorità alle cose semplici e di facile attuazione, rimandando ad una seconda fase progetti più ambiziosi.
Il punto di partenza è attuare alcune misure per rendere la mobilità, nelle vie del centro urbano, più sicura per tutti gli utenti, adottando le misura necessarie a ridurre il pericolo d’incidente.
Rendere la via Dante percorribile in un solo senso di marcia e limitare la velocità a 30 Km/h, sembra diventato un punto fermo e irrinunciabile di molti ragionamenti.
Occorre dare attuazione a questo Progetto, senza stravolgere tutta la circolazione nel paese e con la dovuta cautela; pianificando la tempistica e valutando i costi e i benefici.
Il Progetto può essere suddiviso in due o più fasi.
  • La prima fase, quella sperimentale, deve limitarsi a verificare l’impatto che l’attuazione del senso unico produrrà sulla circolazione nel paese. In questa fase i costi saranno contenuti e limitati al minimo indispensabile: segnaletica orizzontale e verticale, etc. senza realizzare opere strutturali e costosi quali rotatorie, attraversamenti pedonali rialzati, dossi o dislivelli altimetrico.
  • La seconda fase, quella del varo del Progetto definitivo e programmazione di opere di riqualificazione.
La prossima riunione della Commissione comunale, la terza del 16 febbraio 2017, aperta al contributo dei cittadini presenti, è auspicabile che si chiuda con una proposta concreta e di sintesi della discussione fatta dall’Amministrazione comunale che indichi quale ipotesi, delle cinque proposte, portare avanti.     
L'ipotesi 3 pare la più razionale e semplice per iniziare la fase sperimentale; l’ipotesi 2 sembra avere qualche criticità in più. Sicuramente l’ipotesi 1 è la più onerosa con benefici sulla circolazione quasi nulli; opere di questo tipo sarebbero meglio valutarle ed eventualmente attuarle dopo aver sperimentato le modifiche alla viabilità. Le ipotesi 4 e 5 saranno eventualmente valutate dopo aver completato la fase sperimentale (prima fase) dell’ipotesi 3 o la 2.

Il centro abitato di Origgio sicuramente non è dotato di strade con ampie carreggiate, ridurre il limite di velocità a 30 Km/h è quasi fisiologico. Solamente la cintura di strade intorno all’abitato, su dove quasi tutto il traffico di trasferimento dovrebbe passare, il limite di 50 Km/h potrebbe rimanere adottando quelle precauzioni e raccomandazioni per garantire la mobilita di tutti in sicurezza.
Dare attuazione a questo Progetto ci permette anche di accogliere le indicazioni e dare seguito:         

  • Alle raccomandazioni dall’Unione Europea che rivolge alle autorità competenti per introdurre una velocità massima di 30 km/h per le zone residenziali e per tutte le strade urbane a una sola corsia, che non dispongono di pista ciclabile separata, al fine di proteggere meglio tutti gli utenti della strada.
  • Al protocollo firmato da ANCI e Regioni che per contenere l’inquinamento consiglia di ridurre la velocità di 20 Km/h
  • Anche la Regione Lombardia si è dotata di un suo “Protocollo Aria” (a cui il Comune di Origgio non ha aderito) http://www.l15.regione.lombardia.it/#/protocollo-aria che, in tema di mobilità e per contribuire a migliorare la qualità dell’aria, invita alla responsabilità individuale per l’adozione di comportamenti virtuosi e scelte consapevoli, suggerisce misure concrete che le Istituzioni dovrebbero perseguire. Le raccomandazioni  più significative in tema di mobilità si riassumono:
Ø       scelta di una mobilità pubblica e collettiva alternativa alla mobilità privata per quanto possibile;
Ø       guida ecologica (basse velocità e regime costante per quanto possibile) e manutenzione del mezzo comportano risparmio carburante ed emissioni ridotte;
Ø       per nuovi veicoli, privilegiare la classe emissiva Euro 6 e alimentazioni alternative al diesel; per i ciclomotori e motocicli, privilegiare quelli a 4 tempi rispetto ai due tempi.
·    Inoltre per partecipare al bando del Ministero dell’Ambiente “Programma sperimentale nazionale di mobilità casa-scuola e casa lavoro” (il Comune di Origgio con delibera n° 120 del 23 dicembre 2016 ha aderito al Progetto intercomunale), l’introduzione di una velocità massima di 30 km/h per le zone residenziali è indicato tra i possibili progetti.
·         Anche il PGT del comune di Origgio – Valutazione Ambientale Strategica del Documento di Piano – Rapporto ambientale. Al capitolo 3.2.6. Infrastrutture di trasporto; per migliorare la viabilità prevede: “il ricorso a zone di moderazione/limitazione del traffico ….”

I sensi unici contrapposti, in via L. Da Vinci e via Ottolini, sono di facile e immediata realizzazione ed economicamente non onerose; altro discorso è la loro totale riqualificazione. Anche i dossi o variazioni altimetriche sono discutibili, penalizzano quasitutti, (trasporto pubblico, mezzi di soccorso, etc.) tranne chi non rispetta comunque il codice della strada e anche alla presenza di questi "dossi" sfrecciano a tutta velocità. 
Nelle vie secondarie il problema principale è la sosta dell’auto senza controlli e in maniera casuale, occorre fare ordine e segnare quanti più stalli di sosta siano possibili e vigilare e sanzionare le soste vietate. 

Errore da evitare assolutamente è quello di istituire dei sensi unici che agevolino il convogliamento del traffico di transito anche in quelle strade secondarie.

martedì 27 settembre 2016

DIAMO UN SENSO ALLA VIA DANTE_160927

Ci sono volute due riunioni della Commissione assetto del territorio, per capire che la discussione e le valutazioni sul Piano Urbano del Traffico andavano organizzate in altro modo. Questo non significa che si sia perso tempo o non sia stata utile, anzi! Io penso che sia possibile finalmente avviare un percorso, certamente non breve, ma che porterà a rivedere la viabilità di Origgio, rendendola più sicura e sostenibile.
Finalmente nella riunione di ieri sera, lunedì 26 settembre, l'amministrazione comunale per voce del Sindaco ha proposto e rinviato il tutto per riprendere i lavori una volta pronti dei progetti particolareggiati e specifici.
Sbagliato è stato presentare due progetti complessivi che sconvolgevano la viabilità del paese e che senza dubbio avrebbe creato molti disagi e ricevuto critiche da quasi tutti gli origgesi.
Senza dubbio migliore è la strada scelta ieri ed affrontare il tema con un Piano d'interventi e priorità suddiviso in più parti, per la progettazione della nuova viabilità.

Un modo per procedere potrebbe essere:
  1. Al primo punto metterei l'introduzione del limite dei 30 km/h su tutte le strade interne all'abitato, compreso via per Cantalupo e la via cascina Muschiona! 
  2. Studio e realizzazione di un nuovo percorso dei mezzi pubblici, (via circonvallazione, via Visconti).
  3. Senso unico in via Dante da largo Croce a via G.B.Lombardi, (questa è la soluzione ipotizzata dall'Amministrazione, vicesindaco nella riunione del 19). Valutare se non sia meglio la via Piantanida per l'incontro dei sensi unici opposti; il parcheggio e i vari servizi serviti (Scuola elementare, scuola materna, oratorio, cineteatro, chiesa parrocchiale, etc.) occorre che tutti siano tenuti in debito conto. Una terza ipotesi da valutare è fare l'intera via Dante ad un solo senso da via Volta a largo Croce. Ognuna delle tre ipotesi deve tenere conto del nuovo percorso dei pullman del trasporto pubblico. Il trasporto pubblico è da valorizzare e promuovere, ogni soluzione che lo penalizza è da scartare. 
  4. Sviluppo Progetto per la riqualificazione delle vie Ottolini e via L. Da Vinci. Meriterebbero una discussione specifica per l'alberatura presente e migliorare la viabilità.
  5. Sviluppo progetti per pista ciclabile interna al territorio di Origgio e per collegare ai Comuni confinanti: Saronno, Caronno Pertusella, Lainate, Cantalupo. 
Cinque punti da affrontare separatamente considerando l'insieme degli interventi, sopratutto la via Dante a senso unico, da entrambi i lati verso il centro. Dopo la discussione generale, occorre discutere i vari Progetti singolarmente; a medio termine si ponga l’obiettivo di rendere le vie di Origgio più sicure, ma lungo termine è necessario valutare soluzioni più radicali, considerare un più vasto numero di interventi, tutti con lo scopo di migliorare qualità e vivibilità del centro del paese.

giovedì 3 marzo 2016

L’ARIA CHE TIRA

L’ARIA CHE TIRA A SARONNO
Al fine di tutelare la salute dei propri cittadini, la Comunità Europea ha stabilito per il PM10, le famigerate “polveri sottili”, un limite di 50 microgrammi per metro cubo di aria, limite da non superare per più di 35 giorni all’anno.

A Saronno, nel 2015, questo limite è stato superato ben 76 volte. Tra gennaio e febbraio 2016 i superamenti sono stati 19. A fine gennaio 2016 il PM10 ha toccato i 142 microgrammi per metro cubo.

SONO DATI ESTREMAMENTE PREOCCUPANTI!
Come noto, il problema dell’inquinamento da polveri sottili è comune a tutta la pianura padana ed è quindi ragionevole pensare che vada affrontato con azioni strutturali comuni e coordinate in tutto il territorio interessato. La Regione Lombardia, l’ente che dovrebbe promuovere e coordinare tali azioni sul territorio lombardo, purtroppo su questo tema è inerte; fino ad ora ha prodotto qualche documento, ma nessuna azione concreta, nonostante medici e ricercatori continuino a lanciare allarmi per gli effetti dell’inquinamento sulla salute delle persone.
Di fronte ad una Regione che latita, molti enti locali, Milano ma anche tanti altri, hanno assunto iniziative autonome, in primo luogo perché intervenire nelle situazioni di emergenza è un preciso dovere delle
Amministrazioni, ma anche perché c’è consapevolezza del fatto che le azioni “dal basso”, intraprese a livello di singolo ente territoriale, possono contribuire alla soluzione del problema generale.
NON COSÌ È AVVENUTO A SARONNO! A parte un’ ordinanza di dubbia efficacia emessa dal Sindaco, con la quale si prescrive la temperatura massima ammissibile in abitazioni, uffici, attività commerciali… e si pone l’obbligo per gli esercizi commerciali di mantenere chiuse le porte e gli ingressi posti verso l’esterno degli edifici, niente altro è stato fatto.
La maggioranza che amministra Saronno ha anzi dichiarato di non voler prendere iniziative, se non quelle per informare la cittadinanza, e di attendere le indicazioni che la Regione vorrà dare. In particolare, l’Amministrazione Saronnese è contraria ad intervenire su una delle fonti più importanti dell’inquinamento dell’aria, ossia i mezzi di trasporto stradali.
Se da un lato è vero che i blocchi del traffico predisposti in alcuni Comuni non sembrano portare benefici immediati, è altrettanto vero che servirebbero azioni di lungo periodo tese a scoraggiare e ridurre la circolazione sulle nostre strade.
I Comuni hanno degli strumenti di intervento per ridurre la circolazione all’interno delle città, ma purtroppo l’Amministrazione Saronnese ha scelto di seguire la strada opposta.
LA VENTILATA APERTURA AL TRAFFICO DELLA ZTL, L’ANNUNCIATO RIDIMENSIONAMENTO DELLE ZONE 30 KM/H, L’ELIMINAZIONE DELLA PISTA CICLABILE DAL PROGETTO DI RISTRUTTURAZIONE DI PIAZZALE BORELLA PER FARE POSTO AI PARCHEGGI PER LE AUTO, SONO TUTTE MISURE CHE VANNO NELLA DIREZIONE DI INCENTIVARE IL TRAFFICO.
Sono scelte miopi che finiranno per danneggiare tutti i saronnesi, anche quelli che hanno votato per questa amministrazione.
Stefano Giusto
Commissione Ambiente e Sport - Saronno

Pubblicato su INPIAZZA Periodico del Partito Democratico di Saronno - Anno 18 n. 77

venerdì 19 febbraio 2016

QUESTION TIME DEL CONSIGLIO COMUNALE

All’inizio di ogni seduta del Consiglio Comunale, Sindaco, Assessori e Consiglieri Comunali, danno risposta alle domande e alle istanze presentate dai cittadini, su argomenti di interesse collettivo.

All’inizio di ogni seduta del Consiglio Comunale, Sindaco, Assessori e Consiglieri Comunali, danno risposta alle domande e alle istanze presentate dai cittadini, su argomenti di interesse collettivo.

Lo Statuto del Comune di Origgio assegna ai cittadini un ruolo importante; l’Amministrazione comunale ha il dovere di avvalersi dell’apporto dei cittadini, riconoscendo e garantendo varie forme di partecipazione, anche al singolo cittadino.

Per completezza, nello Statuto si legge agli articoli:

Art.2 comma 3 “Riconosce e garantisce la partecipazione dei singoli cittadini e delle realtà associative presenti sul territorio nel quale si arricchisce la personalità umana; sostiene il libero svolgimento della vita sociale dei gruppi e favorisce lo sviluppo delle associazioni democratiche”.

Art.3 comma 2 “Il Comune concorre alla determinazione degli obiettivi contenuti nei programmi dello Stato e della Regione, avvalendosi dell'apporto dei cittadini, delle formazioni sociali, economiche, sindacali e culturali operanti nel suo territorio”.

Il “Question Time” è uno strumento importante, una scelta per dar voce, consentire ai cittadini, singoli o associati, di presentare istanze, domande, quesiti, al Sindaco, Assessori, Consiglieri Comunali, su argomenti di interesse della collettività.

 Le richieste, presentate in forma scritta su apposito modulo e pervenute almeno 10 giorni prima della convocazione del Consiglio Comunale, sono evase all'inizio di ogni seduta. Per non oltre 30 minuti, il Sindaco, gli Assessori, i Consiglieri Comunali danno risposta alle istanze, qualora l'interrogante sia presente in aula.

La voce dei cittadini, ascoltarli, coinvolgerli nei percorsi di analisi, elaborazione e progettazione, offre all’Amministrazione comunale l’opportunità di ulteriori motivi e stimoli a far meglio. Attivare il “Question Time”, disciplinarlo, predisporre la modulistica, è improcrastinabile, ma non è l’unico strumento per dar voce ai cittadini.