mercoledì 18 dicembre 2013

ORIGGIO: approvato il Bilancio di previsione.

Il Bilancio di Previsione è il documento di pianificazione economica e di programmazione politica predisposto dall’Amministrazione che coordina l’intera macchina comunale.

Il bilancio di previsione, ai sensi dell’art. 151 del TUEL (d.lgs. n. 267/2000), dovrebbe essere deliberato entro il 31 dicembre dell’anno precedente a quello di riferimento. Tale termine è stato sistematicamente differito – con ritardo sempre maggiore – negli ultimi anni.

Il reiterato spostamento dei termini per l’approvazione del bilancio di previsione inficia il principio della programmazione di bilancio e frustra le possibilità di attuare manovre incisive di correzione, con riflessi sul rispetto dei vincoli di finanza pubblica.

Quest’anno, come accade ormai spesso a causa dell’incerto quadro istituzionale, sono state concesse le solite proroghe cui il Comune di Origgio a dato seguito continuando ad “amministrare” in nostro territorio in termini di dodicesimi, in parole povere “alla giornata”.

Questa scelta di attendere fino alla fine la proroga data dal Governo evidenzia, di fatto, una modalità che abbiamo ormai imparato a riconoscere negli anni, come la solita incapacità del Sindaco e della sua Giunta nel saper programmare opere e progetti sul territorio.

Arriviamo quindi con un anno di ritardo ad approvare un bilancio che di preliminare a ben poco e che, di fatto, è stato calato dall’alto senza la minima partecipazione del tessuto sociale locale e delle opposizioni.

Il Signor Sindaco ci farà notare che è stato organizzato un Consiglio Comunale Aperto alla cittadinanza e si sono tenuti incontri informali con le Associazioni presenti sul territorio! Al Consiglio Comunale, convocato in maniera del tutto dilettantesca, hanno assistito solamente DUE cittadini; forse uno sforzo preliminare, per pubblicizzare l’evento, avrebbe dato un risultato migliore.

Responsabilità, Trasparenza e Partecipazione dei cittadini: sono i buoni requisiti che un’Amministrazione attenta deve poter vantare. Perché grazie alla partecipazione, i cittadini possono stabilire la qualità dei servizi pubblici locali. Al contrario, non di rado le decisioni delle Amministrazioni rischiano di non essere ben accolte dai cittadini, di provocare conflittualità e rallentamenti nella fase delle scelte o nella realizzazione delle opere.

Molti sono i Comuni che hanno approvato il Bilanci di Previsione a cominciare dal mese di luglio.
Molti sono le Amministrazioni Comunali che hanno coinvolto con una informazione puntuale i cittadini e diventano sempre più quei Comuni che vedono nella partecipazione dei cittadini nella formazione del bilancio, uno strumento di trasparenza e democrazia.

Avviare processi di decisione partecipata che siano strutturati secondo metodologie ben definite, permette di instaurare un rapporto più collaborativo tra l’Amministrazione pubblica ed i cittadini.
Costruire e condividere le scelte sulle politiche pubbliche con coloro che, insieme all’Amministrazione, vivono quotidianamente il territorio – le associazioni e i cittadini – sembra poter essere la risposta per superare questa difficoltà.

La stessa Amministrazione, ascoltando direttamente dai cittadini le loro priorità, può acquisire un ampio patrimonio di conoscenze, maggiormente corrispondente alle esigenze reali della popolazione e quindi affrontare al meglio la gestione del territorio in tutta la sua complessità. 

Il gruppo Insieme per Origgio non può che dissentire da queste scelte miopi e prive di qualsiasi capacità di saper dare risposte esaustive e concrete alle istanza della cittadinanza.

sabato 14 settembre 2013

ILVA: NO alla sospensione dell'attività produttiva.

ILVA, NO ALLO STOP AGLI STABILIMENTI LOMBARDI

Non si utilizzino i lavoratori per fare pressione sulle istituzioni

Sono lombardi cinque stabilimenti su sette che il gruppo Riva ha deciso di tenere chiusi fino a quando la magistratura che sta indagando sul sito Ilva di Taranto non sbloccherà i loro conti correnti. Si trovano a Caronno Pertusella (Varese), Malegno, Sellero e Cerveno (Brescia) e Annone Brianza (Lecco). Gli altri due, sempre al nord, si trovano a Verona e a Lesegno, in provincia di Cuneo. Una scelta irricevibile, "da rispedire al mittente", secondo il Pd, che con il capogruppo Alessandro Alfieri e il consigliere Onorio Rosati ha stigmatizzato la sospensione dell'attività produttiva degli stabilimenti e ha espresso solidarietà e vicinanza ai lavoratori coinvolti.
"L'operazione del gruppo Riva è da respingere al mittente - hanno scritto in una nota -. Occorre intervenire affinché si possa giungere ad una conclusione positiva per la tutela dei lavoratori e dei siti produttivi, coinvolgendo le organizzazioni sindacali, tutte le istituzioni, gli enti locali ed ogni altro soggetto che abbia competenza e potere d'intervento. Nell'esprimere solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie, ci auguriamo che questo sia anche l'esito dell'incontro tra la Regione e il Governo annunciato da Maroni come imminente". 

domenica 14 luglio 2013

Calderoli DIMETTITI.

Le frasi di Calderoli contro la ministra Cecile Kyenge sono non solo inaccettabili, ma vergognose e intollerabili. Sono il segno che si è oltrepassato ogni limite, che il becero razzismo leghista ha raggiunto livelli di una bassezza inaudita. Il tentativo di difesa dell"'uomo della porcata" è ancora peggiore dell'offesa: definire quella frase come una simpatica battuta pronunciata in un comizio è un oltraggio alla decenza e alla civiltà del nostro Paese.

La Lega, negli anni del successo padano, ci aveva abituato a queste intemerate xenofobe che hanno riempito titoli e pagine di giornali. Ma che oggi un vicepresidente del Senato, quindi una figura istituzionale che rappresenta un ramo del Parlamento, arrivi a paragonare un ministro della Repubblica a un orango non può essere rubricato nel capitolo del folclore delle camicie verdi. 

Per questo bisogna essere determinati: Calderoli non può restare sullo scranno più alto del Senato un minuto di più. Quell'insulto è totalmente incompatibile con il suo ruolo. Ci aspettiamo che tragga rapidamente le conseguenze. E se ciò non dovesse accadere la maggioranza del Senato, a cominciare dal Pd, dovrà usare gli strumenti di sfiducia che esistono per riparare a un danno grave che è una ferita per tutti gli italiani. La ministra Kyenge vada avanti nel suo lavoro, l'Unità e i suoi lettori saranno al suo fianco. 

L'Unità - Pietro Spataro

sabato 1 giugno 2013

Una Commissione per salvare l’apparenza?

Casualmente ho scoperto che il 03/05/2013 è stato pubblicato sul sito del Comune di Origgio  il “Regolamento per le pari opportunità”. Scarica documento in pdf
Il “REGOLAMENTO COMUNALE PER LA REALIZZAZIONE DELLE PARI OPPORTUNITÀ ED ISTITUZIONE D’APPOSITA COMMISSIONE”, (Approvato dalla Giunta Comunale con la deliberazione n. 31 del 4 aprile 2013. Esecutivo dal 5 aprile 2013), che io sappia nessuna “menzione” ne è stata fatta in Consiglio Comunale, o forse io mi sono perso la seduta in cui era all’O.d.G. Io credo che un provvedimento così importante meritasse di essere adottato con maggior rilievo, dando alle cittadine e ai cittadini l’informazione ed il coinvolgimento necessario, per evitare il rischio di non combinare niente.
Ora nel merito del documento vorrei sottolineare che la Commissione istituita sarà composta da:
a.    Tutte le donne elette in Consiglio Comunale.
b.    Una donna per ogni gruppo consiliare.
Questo comporta che a costituire, oggi, la Commissione saranno solamente in QUATTRO (1 Consigliera Comunale e 3 Rappresentante dei gruppi Consiliari).
Una Commissione composta soltanto da QUATTRO donne a me sembra che sia limitata e rischia di essere la foglia di fico a nascondere la poca volontà di coinvolgere le cittadine/i nell’amministrazione della cosa pubblica. Prevedere un numero maggiore di Commissarie, un numero maggiore sette sarebbe più congruo, coinvolgendo le Associazioni, compresi i Partiti non presenti in Consiglio, dando la possibilità, alla Commissione, di poter valutare e accogliere singole candidature di donne disposte ad impegnarsi e dando il proprio contributo per migliorare la vita nella nostra collettività, dando piena attuazione di quando previsto dall’art.46 comma 6 dello Statuto comunale. Sarebbe bello che questa Commissione servisse per costituire un organismo più aperto alla partecipazione delle cittadine/i ed affrontasse tutti i temi sulla condizione femminile e desse vita alla Consulta Femminile, organismo di partecipazione delle donne all’azione dell’Amministrazione comunale. Maggiore risorse umane si mobilitano, maggiori saranno i risultati a beneficio della collettività.   

PS: qualche domanda:
  1. Perché per essere eletti in Consiglio Comunale, basta raccogliere voti in numero sufficiente, non è richiesta nessuna sensibilità o competenza, mentre per far parte della Commissione per le pari opportunità e necessario: “che abbiano maturato sensibilità sulla condizione femminile”?
  2. Cosa vuol dire che il regolamento è: “Esecutivo dal 5 aprile 2013”? La Commissione è già stata “attivata”. Sono state nominate le Commissarie?
  3. Quando quest'Amministrazione per informare i cittadini, non tutti, attiverà la newsletter come fanno la stragrande maggioranza dei Comuni italiani?